Ti sei mai chiesto se il problema sei tu o il tuo lavoro?
Molte persone vivono con questa domanda che rimbalza nella testa per mesi, a volte per anni. Restare in una situazione che non ci soddisfa sembra più “sicuro” che affrontare l’incertezza di un cambiamento. Eppure, quella sicurezza spesso è solo apparente: mentre il tempo passa, crescono frustrazione, stress e perdita di motivazione.
Il punto non è se cambiare lavoro sia facile (non lo è), ma se sia necessario. Per capirlo, il primo passo è imparare a riconoscere i segnali che ci indicano che forse è arrivato il momento di voltare pagina.
Ho individuato 7 segnali per capire che è tempo di cambiare lavoro, basandomi sulla mia esperienza e sull'esperienza di chi ho seguito in percorsi di career coaching. Spero ti aiutino a far chiarezza sulla tua situazione, ma ci tengo a precisare che ogni caso è a sé, e che prima che tu lasci il lavoro è bene che ne parli con un professionista in grado di aiutarti.
1. Ti senti svuotato di energia ogni giorno
Non si tratta solo di stanchezza fisica. È quella sensazione di svegliarsi già senza voglia, di arrivare a fine giornata senza entusiasmo. Nel Core Energy Coaching® parliamo di livelli energetici bassi, quelli che nascono da emozioni come rabbia, paura o apatia. Quando il lavoro drena più energia di quanta ne restituisca, qualcosa va ripensato. Presta attenzione a questi segnali: ti stanno dicendo che c'è qualcosa che non va, e di non prendere sotto gamba una situazione che necessità attenzione.
2. Vivi in costante stress o ansia
Lo stress non è sempre negativo, ma quando diventa cronico logora mente e corpo. Insonnia, irritabilità, difficoltà a concentrarsi, somatizzazioni: sono segnali che il corpo manda per dirci che non possiamo continuare così. La ricerca scientifica (McEwen, 1998) mostra chiaramente che lo stress cronico riduce la nostra capacità di adattamento e aumenta il rischio di burnout. Anche in questo caso, non lasciare che lo stress aumenti. Piuttosto fermati, analizza la situazione e ascolta, nel profondo, cosa sta accadendo. Qual è la causa principale di tutto questo stress, nella tua via? Molte persone, a lavoro, si sentono stressate perché manca chiarezza, tutto è un'urgenza costante, oppure il capo fa micro-management. Entrano in un vortice senza via d'uscita fino a quando non si rendono conto che è ora di invertire il senso di marcia.
3. Non ti riconosci più nei valori aziendali
Forse l’azienda è cambiata, o forse sei cambiato tu. In ogni caso, ti accorgi che i valori che ti muovevano all’inizio non sono più gli stessi che trovi intorno a te. Succede quando c'è un cambio di direzione. L'azienda è stata acquisita, è cambiato il management e la linea dettata è diversa rispetto a quella che conoscevi. Lavorare in un contesto che non rispecchia ciò che sei genera conflitto interiore, perdita di senso e disallineamento.
4. Crescita ferma: niente più stimoli o opportunità
Un lavoro che non offre più spazio per crescere rischia di trasformarsi in una gabbia. Gli studi sull’employee engagement dimostrano che senza stimoli, possibilità di apprendimento o nuove sfide, le persone tendono a disimpegnarsi e a perdere motivazione. Non è un “capriccio”, è un bisogno umano di evolvere. Il lavoro non è solo lo stipendio che porto a casa. Si lavora per sentirsi realizzati, perché nel lavoro ci vediamo un progetto di vita, un modo per aiutare gli altri ed esprimere, al meglio, noi stessi. Senza una profonda motivazione il lavoro non è più qualcosa che eleva l'uomo, ma pura routine meccanica che ci porta ben lontano da ciò che siamo.
5. Relazioni tossiche o ambiente negativo
A volte non è la mansione in sé a pesare, ma l’ambiente. Rapporti conflittuali, mancanza di collaborazione, micro-aggressioni o un clima tossico hanno un impatto diretto sul benessere. Maslach e Leiter (2016) spiegano bene come il burnout non dipenda solo dal carico di lavoro, ma anche (e soprattutto) dalla qualità delle relazioni sul posto di lavoro. Eppure non tutti i posti di lavoro educano alle relazioni sani e alla collaborazione. Ambienti dove l'unica regola sempre essere dettata dalla performance e non dalle sane interazioni umane generano frustrazione all'interno e questo produce una reazione a catena. Se i comportamenti negativi (o tossici) non vengono frenati e corretti, le energie negative si diffondono per osmosi, ed è più probabile che l'azienda si trasformi in un circolino di bulli di quartiere, anziché essere un ambiente sano.
6. Pensi spesso “Vorrei fare altro”
Se questa frase compare nella tua testa sempre più spesso, non è un caso. È una voce interiore che prova a farsi ascoltare. Ignorarla non la farà sparire: tenderà solo a diventare più insistente. A volte è il primo segnale che ci stiamo allontanando da ciò che davvero ci fa sentire vivi e motivati.
7. Hai paura dei rimpianti
A un certo punto, la paura di cambiare lascia spazio a un timore più grande: quello di guardarsi indietro un giorno e chiedersi “Perché non ho provato?”. Il rimpianto pesa più del rischio. È qui che spesso nasce la spinta a muoversi, anche se con timore, perché la vita non aspetta. Certo è che il cambiamento è difficile da affrontare. Gli esseri umani prediligono la stabilità e ciò che ci fa sentire al sicuro. Vero è che ognuno di noi è diverso, serve un'autoanalisi per capire qual è la strada più indicata per la nostra felicità, e spesso è difficile farlo da soli.
Come affrontare il cambiamento senza buttarsi nel vuoto
Lasciare un lavoro non significa fare un salto nel buio. Significa pianificare, costruire un ponte tra ciò che non funziona più e ciò che desideri creare.
Il percorso può iniziare con piccoli passi: esplorare alternative, aggiornare le proprie competenze, confrontarsi con un coach, fare un assessment delle proprie energie. Ogni micro-azione riduce la paura e aumenta il senso di padronanza.
Il coaching in questo processo diventa un alleato potente: aiuta a trasformare la paura in possibilità, a leggere i segnali in modo più lucido e a muoversi con maggiore fiducia e responsabilità.
Infine...
Lasciare un lavoro non è sinonimo di fallimento. Al contrario, può essere un atto di grande responsabilità verso sé stessi. Non si tratta di scappare, ma di scegliere di ripartire da ciò che conta davvero.
A volte il coraggio non è restare, ma avere la forza di ripartire.
Sono Enza Maria Saladino, Career & Business Coach ICF. Ho aiutato centinaia di persone a far chiarezza e a trovare la propria strada lavorativa. Qualsiasi sia il tuo bisogno in questa sfera sappi che posso aiutarti. Raccontami la tua storia, conosciamoci. Se pensi di trovarti a un bivio della tua vita professionale e vorresti provare a fare il salto ma ti manca il coraggio, posso aiutarti: Prenota una Call Conoscitiva Gratuita
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