Come parlare dei gap di carriera nel CV: guida pratica per valorizzarli

I gap di carriera non sono un ostacolo insormontabile: possono diventare un’opportunità se raccontati nel modo giusto. Ti spiego come

Cosa sono i gap di carriera e perché non sono più un tabù

Coach mi aiuti a capire come parlare del mio career break al recruiter! O come inserirlo su CV!

Domanda gettonatissima. Partiamo dal chiarire una cosa: i gap di carriera sono molto più comuni di quel che si pensi e sebbene per anni siano stati considerati un campanello d'allarme nei CV oggi lo scenario è cambiato. Ma andiamo con ordine.

I Gap di carriera sono dei momenti di pausa. Delle parentesi all'interno del proprio percorso professionale, momenti in cui una persona deve mettere in stand by il lavoro per svariati motivi. Secondo una ricerca LinkedIn del 2022, 2 lavoratori su 3 hanno avuto almeno una pausa lavorativa. Pandemia, necessità di caregiving, formazione, viaggi, genitorialità: le ragioni sono molteplici e sempre più condivise pubblicamente. Non a caso LinkedIn ha introdotto la funzione Career Breaks per valorizzare le competenze acquisite anche durante le pause professionali.

Prendersi un anno di congedo dal lavoro per la maternità o per assistere un famigliare che necessita di cure è normale. Utilizzo non a caso la parola "normale" perché è bene normalizzare il fatto che la vita non sia solo lavoro, lavoro, cartellini da timbrare, auto e treni in corsa da prendere, file excel da compilare. Se negli ultimi anni abbiamo dato sempre più importanza alle soft skills mettendole al centro dei processi di crescita e sviluppo aziendale allora è bene che si metta al centro l'uomo, la donna, l'essere umano con le sue esigenze di vita che hanno a che fare con la cura, salute e benessere a 360°. I career breaks è lì che vanno a collocarsi. In quella sfera che per tanto tempo ha vissuto separata dal lavoro, come se fosse un universo a sé stante e noi esseri scissi.

Non è così, ed è bene parlarne. Chiaramente non basta che il social più importante al mondo dedicato al lavoro inserisca la funzione "Career Break". Serve consapevolezza da parte di tutto, soprattutto da parte di recruiter e hiring manager. Servono, probabilmente, sistemi di ricerca e selezione dei candidati più umani e meno artificiali, serve rimettere al centro l'essere umano con i suoi bisogni.

Eppure, nonostante si parli più apertamente di questi gap (soprattutto nel post-pandemia) c'è ancora qualcosa che stride, che va in direzione contraria.

Come i recruiter guardano ancora i career break

I dati ci dicono che i gap continuano a pesare nei processi di selezione.

  • Esperimento ResumeGo (2019): su 36.000 candidature simulate, chi aveva pause di 3-5 anni riceveva fino a un terzo in meno di richieste di colloquio rispetto a chi presentava un CV lineare.
  • Retribuzione: chi cambia lavoro senza gap ottiene in media un +22% di aumento, contro il +14% di chi ha interruzioni.
  • Percezione dei recruiter: il 61% dei manager considera ancora i gap un segnale negativo, associandoli a mancanza di motivazione, rischio di abbandono e perdita di competenze.

In sintesi: se da un lato è stato normalizzato il fatto che un career break sia normalissimo, dall'altro lo stigma non è del tutto superato (Ahinoi).

Come raccontare un gap di carriera nel CV

Sia chiara una cosa: un career break non un buco sul CV. Lo sarà per alcuni, ma non deve esserlo per te. Per te che ti stai chiedendo come raccontarlo, come motivarlo, spiegarlo, sappi che è parte della tua storia professionale. Quindi, non si tratta di nasconderlo, né di mentire sul CV. Si tratta di  saperlo raccontare in modo strategico.

Vediamo come:

  1. Onestà e trasparenza: non nascondere la pausa, piuttosto inseriscila nel CV con una voce dedicata (Career Break, Pausa professionale) in modo da evitare dubbi e sospetti. Onestà prima di tutto. E ricorda: sii onesto con te stesso in primis.
  2. Spiega cosa hai fatto: hai seguito corsi, ottenuto certificazioni, fatto volontariato o gestito un progetto personale? Evidenzialo: sono competenze trasferibili e mostrano proattività.
  3. Collega la pausa alla crescita: mostra come quel periodo ti ha aiutato a crescere: resilienza, gestione del tempo, nuove prospettive. La genitorialità, ad esempio, è una delle esperienze più formative in assoluto, ma pochi ne parlano in questo modo.
  4. Prepara la risposta per il colloquio: non serve entrare nei dettagli personali, ma raccontare con naturalezza il motivo e soprattutto come sei pronto/a a ripartire.

Esempi concreti da usare nel CV o al colloquio

  • Formazione: “durante la pausa professionale ho seguito corsi di aggiornamento in digital marketing e project management, mantenendomi attivo sul mercato. Ho acquisito queste competenze."
  • Caregiving: “ho dedicato tempo all’assistenza di un familiare, esperienza che ha rafforzato le mie capacità organizzative ed empatiche.”
  • Genitorialità: “ho preso un periodo di pausa per la nascita di mio figlio. Ho imparato a gestire priorità e tempo in modo più efficace, competenze che oggi porto nel lavoro.”

Gap di carriera e differenze di genere

Le ricerche mostrano che le donne subiscono penalità più costanti: una perdita media del 9% sulla retribuzione sia nell’azienda di partenza sia in quella di arrivo. Per gli uomini l’impatto è più legato al momento del cambio lavoro.
Questo riflette ancora bias culturali e stereotipi di genere, che rendono ancora più importante un racconto consapevole e strategico dei career break.

Career gap e leadership: una prospettiva di coaching

Da coach professionista vedo spesso che i momenti di pausa non sono “fermate”, ma vere fasi di transizione energetica.
Secondo il modello del Core Energy Coaching, i career break possono diventare occasioni per riallineare pensieri, emozioni e azioni: un modo per ritrovare energia, ricalibrare priorità e sviluppare una leadership più autentica. Accettando la nostra condizione di esseri umani in perpetuo cambiamento ed evoluzione allora saremo in grado di cambiare non solo la narrazione su noi stessi, ma il modo in cui guardiamo a noi stessi.

Conclusione: il gap è parte della tua storia

Il mondo del lavoro sta lentamente cambiando, e i career break iniziano ad essere visti come normali. Ma non basta: serve sapere come presentarli.
La chiave è raccontare con onestà e coerenza quel periodo, mostrando cosa hai imparato e come ti ha reso un professionista più completo. Il career coaching può aiutarti ad acquisire consapevolezza, chiarezza mentale ed emotiva, fiducia e focus, caratteristiche chiave per cercare e trovare lavoro, oggi.

Ricorda: un CV apre le porte, ma è la tua storia che convince davvero.

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