Nel 2025 (quasi 2026) parlare di carriera lineare è quasi diventato obsoleto.
Viviamo in un tempo in cui non costruiamo più una sola carriera, ma attraversiamo identità professionali in continua evoluzione. Trovo che questo concetto sia potente, e che tutti dovremmo fermarci un attimo a riflettere su come sia cambiata, nel tempo, la nostra identità e come è cambiato, di conseguenza, il nostro rapporto con il lavoro.
La verità è che per anni ci hanno raccontato un mucchio di frottole, facendoci credere il la carriera fosse un percorso lineare: studiare, lavorare, crescere, fare la scalata sociale in azienda, andare in pensiero. Un modello chiaro, ordinato, apparentemente sicuro. Ma quel modello non esiste più!
Il mondo del lavoro è cambiato: le trasformazioni tecnologiche, sociali e culturali hanno riscritto il concetto stesso di professionalità.
Oggi le persone cambiano direzione più volte nel corso della vita, non solo per necessità, ma per ricerca di senso, libertà e autenticità.
La carriera non è più un traguardo, ma un processo
In questo modo, la carriera diventa un processo che accompagna le nostre identità in divenire. Herminia Ibarra, nel suo libro Working Identity, lo spiega in modo straordinario: non ha più senso accumulare anni nello stesso ruolo o nella stessa azienda. È più realistico alternare fasi di lavoro, apprendimento, rigenerazione e scoperta. L'identità professionale non è più qualcosa di fisso, ma diventa un processo che si evolve insieme a noi. Ogni fase di vita che attraversione ci pone domande nuove e ci invita a ridefinire ciò che vogliamo essere.
L’identità professionale non è qualcosa di fisso. È un processo dinamico, che evolve insieme a noi. Ogni fase di vita ci pone domande nuove e ci invita a ridefinire ciò che vogliamo essere.
Lavoro, longevità e libertà: i nuovi paradigmi
Tra i tanti cambiamenti a cui stiamo assistendo, oggi viviamo più a lungo ma non lavoriamo più come una volta.
L’aspettativa di vita aumenta, la pensione si allontana, e la tecnologia accelera ogni trasformazione.
Nel frattempo, fenomeni come la gig economy e il lavoro freelance stanno ridisegnando il mercato: oggi oltre 28 milioni di europei lavorano tramite piattaforme digitali, e in Italia circa un lavoratore su quattro è autonomo. Non è precarietà, è trasformazione culturale. La prova cheil lavoro è sempre meno "posto fisso" e sempre più progetto di vita personale che deve rispondere ad aspettative specifiche per il singolo. Il lavoro è importante ma ha smesso di essere la cosa più importante. Deve permettere di vivere, vivere bene e meglio.
Dalla sicurezza allo scopo
Una volta, “carriera” significava sicurezza. Oggi significa scopo, libertà e autenticità.
Quando i bisogni di base sono soddisfatti, il lavoro non serve più solo a “sopravvivere”: diventa un modo per esprimersi, crescere e trovare equilibrio.
Non ci accontentiamo più di un salario o di benefit materiali. Cerchiamo significato, e vogliamo che il lavoro rispecchi ciò che siamo davvero.
Questi non sono lussi, ma i nuovi fondamentali del benessere professionale. E tutto questo non si baratta con snack e parcheggio gratis. Le persone non cercano bibite in omaggio, o assorbenti nei bagni delle donne, ok, sono piccoli dettagli ma non fanno la differenza. Le persone cercano ambienti di lavoro che hanno le loro stesse energie, e che possibilmente non gli rubino troppe energie.
Le tre fasi dell’evoluzione professionale
Ognuno di noi attraversa cicli di trasformazione.
Herminia Ibarra ne individua tre, che si alternano più volte nel corso della vita:
- Build – Come posso costruire la mia identità professionale, sviluppare competenze e una direzione chiara?
- Pivot – Come posso cambiare strada, avvicinandomi a ciò che mi rappresenta di più?
- Leverage – Come posso valorizzare ciò che ho già costruito e creare un nuovo equilibrio?
Queste fasi non seguono un ordine fisso. Sono movimenti che si ripetono, ogni volta che la vita ci chiede di ridefinirci.
Dal controllo alla consapevolezza
Il punto, oggi, non è avere tutto chiaro.
Il punto è allenare la consapevolezza: imparare a riconoscere l’energia con cui stiamo affrontando il cambiamento. Perché quando cambia la nostra energia, cambia tutto:
le scelte che facciamo, i comportamenti che adottiamo, la prospettiva con cui leggiamo la realtà.
Ed è qui che entra in gioco il coaching. Il coaching aiuta le persone a leggere il proprio momento, comprendere cosa le muove, e riallineare pensieri, emozioni e azioni.
Non dice dove andare, ma aiuta a partire da sé, dal proprio “core”. Ogni transizione può diventare un’occasione per ritrovare autenticità, centratura, significato.
Una nuova idea di leadership: energetica e consapevole
Anche la leadership sta cambiando. Oggi serve una leadership energetica, capace di partire dall’interno, dal cuore della nostra triade pensiero–emozione–azione.
Non una leadership fatta solo di risultati, ma di presenza, impatto e coerenza. Un modo di guidare che nasce dall’allineamento, non dal controllo.
La carriera non si costruisce una volta sola
La carriera non è un traguardo da raggiungere, ma una dimensione da vivere e rinnovare. Si ricostruisce ogni volta che cambiamo energia, prospettiva e consapevolezza.
Ogni volta che ci chiediamo: “Chi sono diventato? E chi voglio essere, adesso?”
Se queste parole risuonano con te
Forse è il momento di fermarti un attimo e ascoltare cosa sta cambiando dentro di te. Capire in quale fase ti trovi: stai costruendo, stai cambiando direzione, o stai valorizzando ciò che hai già? Se senti che è arrivato il momento di fare chiarezza, puoi fare due cose semplici:
- leggere Working Identity di Herminia Ibarra,
- oppure prenotare una call gratuita di coaching con me.
Ti aiuto a far chiarezza e a trovare la tua nuova strada professionale. Che vada bene per te, per la tua nuova identità e che ti faccia svegliare felice al mattino.
Leggi le opinioni di chi ha fatto un percorso con me: https://it.trustpilot.com/review/enzamariasaladino.com