“Sto pensando di licenziarmi.”
È una frase che, negli ultimi anni di lavoro come career coach, ho sentito centinaia di volte.
Per alcune persone arriva lieve, quasi come un sussurro che si insinua nei pensieri.
Per altre è un grido potente, che irrompe dopo mesi - a volte anni - di stress, frustrazione o silenziosa insoddisfazione.
Può nascere lentamente, giorno dopo giorno, oppure essere innescata da un evento preciso. In ogni caso, non è mai una frase neutra. Porta con sé paura e speranza, confusione e lucidità. Ma soprattutto porta un desiderio di cambiamento.
Anche per me non è stata una decisione improvvisa. Il mio licenziamento non è arrivato di getto: è stato il risultato di un processo lungo e meditato. Da tempo sentivo il bisogno di cambiare vita, di scegliere una strada più allineata ai miei valori, alle mie energie e alle mie esigenze profonde, decidendo di mettermi in proprio.
Con il tempo - e con il lavoro fatto su di me e con le persone che accompagno - ho capito una cosa fondamentale:
la vera domanda non è tanto se sia giusto licenziarsi o meno.
La vera domanda è da dove nasce questo pensiero e da quale stato interiore stai pensando di prendere una decisione così importante.
Il pensiero di licenziarsi non è solo sintomo di stanchezza fisica e interiore
Pensare di lasciare il lavoro non significa automaticamente voler scappare.
Molto spesso è il segnale che qualcosa, dentro o fuori di te, non sta più funzionando come prima.
Nella mia esperienza, questo pensiero emerge soprattutto in presenza di un conflitto valoriale: quando ciò che fai ogni giorno non è più in sintonia con ciò che per te conta davvero. Può trattarsi di valori, bisogni, ritmo di vita, identità professionale o senso di significato.
Il problema non è il pensiero in sé, ma come lo tratti.
Accade spesso che venga:
- ignorato a lungo, minimizzato, razionalizzato (“è solo un periodo”),
- oppure seguito in modo impulsivo, nel tentativo di alleviare rapidamente una tensione interna.
In entrambi i casi si entra in una dinamica reattiva.
E quando le decisioni nascono dalla reazione — e non dalla consapevolezza — il rischio è quello di cambiare contesto senza cambiare davvero direzione, portando con sé gli stessi schemi, le stesse fatiche, la stessa disconnessione.
Il pensiero di licenziarsi, invece, merita ascolto. Non per essere eseguito alla lettera, ma per essere compreso, integrato e trasformato in una scelta intenzionale.
Perché sempre più persone stanno pensando di licenziarsi
Negli ultimi anni il lavoro ha smesso di essere “solo lavoro”.
È diventato uno spazio in cui si concentrano aspettative elevate, identità personale, performance costante e senso di valore individuale.
I dati lo confermano chiaramente.
Secondo ricerche internazionali sul benessere organizzativo:
- oltre il 60% dei lavoratori dichiara di vivere livelli elevati di stress sul lavoro
- circa 1 persona su 3 sperimenta sintomi riconducibili al burnout
- più del 50% afferma di sentirsi emotivamente disconnesso dal proprio lavoro
Accanto allo stress, emerge un altro elemento chiave: il disallineamento valoriale. Sempre più persone percepiscono una distanza crescente tra ciò che per loro è importante (autenticità, equilibrio, significato, autonomia) e ciò che viene richiesto dai contesti organizzativi.
A questo si aggiungono:
- perdita di senso e di motivazione
- sensazione di non essere viste, ascoltate o riconosciute
- difficoltà a riconoscersi nel ruolo che si ricopre
Non sorprende, quindi, che il pensiero di licenziarsi sia diventato così diffuso.
In questo contesto, non è solo una reazione allo stress, ma spesso una chiamata interna al cambiamento, un tentativo - a volte confuso, a volte lucido - di riallineare chi si è con ciò che si fa ogni giorno.
Licenziarsi per fuggire o per evolvere? La differenza chiave
Questa è una distinzione fondamentale, spesso sottovalutata.
Due persone possono compiere la stessa azione - licenziarsi - ma partire da stati interiori completamente diversi. E questo cambia tutto.
La fuga nasce da una saturazione emotiva non elaborata.
È guidata dall’urgenza, dalla rabbia, dalla paura o dalla stanchezza accumulata. In questo stato, il desiderio principale è quello di trovare sollievo immediato, di allontanarsi da ciò che fa male, più che di muoversi verso qualcosa di realmente desiderato.
La scelta evolutiva, invece, nasce dalla chiarezza.
Integra le emozioni - senza negarle - ma non ne è governata. Tiene conto di chi sei oggi, di ciò che hai imparato, e soprattutto di chi desideri diventare. È una scelta che guarda avanti, non solo lontano dal disagio.
Dal punto di vista del coaching, la differenza risiede nel core:
pensieri, emozioni ed energia sono allineati oppure in conflitto?
Quando il core è disallineato, la decisione è reattiva.
Quando il core è integrato, la decisione diventa intenzionale.
E allora emergono domande molto più potenti di un semplice “mi licenzio o no?”:
questa decisione è coerente con la mia visione di vita?
È allineata con il progetto - professionale e personale - che desidero costruire?
Sto scegliendo per sottrazione o per creazione?
È in questo spazio di consapevolezza che una scelta smette di essere una fuga e diventa un atto di leadership personale.
Le 5 domande di consapevolezza prima di decidere
Prima di chiederti “mi licenzio o no?”, fermati su queste domande.
Non per trovare subito risposte, ma per spostarti dalla reazione alla leadership personale.
- Cosa mi sta togliendo energia, davvero?
È il ruolo, l’ambiente, il contesto o il modo in cui mi sto muovendo io? - Cosa sto evitando di guardare in questa situazione?
Un conflitto? Un limite? Una paura di cambiare? - Se restassi, cosa dovrebbe cambiare (dentro e fuori di me)?
E quanto sono disposta a prendermi responsabilità di questo cambiamento? - Se me ne andassi, da cosa sto scappando?
E cosa rischierei di portarmi dietro nel prossimo lavoro? - Chi voglio essere mentre prendo questa decisione?
Reattiva o intenzionale? Impaurita o allineata?
Perché decidere sotto stress porta quasi sempre a scelte sbagliate
Dal punto di vista neuroscientifico, lo stress cronico attiva il sistema di sopravvivenza (fight/flight).
In questo stato:
- la visione è ristretta
- la capacità di valutare alternative diminuisce
- la corteccia prefrontale (decisioni complesse) è meno attiva
Decidere di licenziarsi mentre sei in pieno stress significa decidere per sottrazione, non per costruzione.
Il coaching lavora proprio qui:
nel creare spazio, abbassare il rumore emotivo e riportarti in uno stato di presenza e scelta.
La vera domanda non è “mi licenzio o no”
La vera domanda è:
che relazione voglio avere con il mio lavoro e con me stessa dentro il lavoro?
A volte la risposta porta a lasciare.
Altre volte a ridefinire confini, ruolo, direzione.
Altre ancora a cambiare prima dentro, per poi cambiare fuori.
Quando sposti il focus dalla decisione al processo di consapevolezza, la scelta finale — qualunque essa sia — diventa più solida.
Quando il coaching può fare davvero la differenza
Il coaching non serve a dirti cosa fare. Anzi, tutt'altro.
Serve a:
- aumentare la tua consapevolezza
- comprendere i tuoi pattern energetici e di stress
- allineare pensieri, emozioni e azioni
- prendere decisioni coerenti con chi sei oggi
Attraverso strumenti strutturati come quelli del Core Energy Coaching di iPEC coaching, è possibile capire da quale stato stai scegliendo e come orientare le tue energie in modo più intenzionale.
Infine...
Pensare di licenziarsi non è un fallimento.
È spesso un segnale di crescita.
La differenza non la fa la decisione in sé, ma il livello di consapevolezza con cui la prendi.
Quando scegli da uno stato centrato, anche la stessa decisione cambia completamente il suo impatto sulla tua vita.
Se senti che questo è il tuo momento di chiarezza, il primo passo non è decidere in fretta, ma creare spazio per ascoltarti davvero.
Posso aiutarti: sono un Career coach ICF certificato IPEC. Ho lavorato con centinaia di professionisti accompagnando loro alla ricerca di un nuovo lavoro o di una svolta, più appagante nel percorso lavorativo. Se desideri ricervere maggiori informazioni e capire come funziona un percorso di career coaching ti invito a prenotare la tua call conoscitiva gratuita qui: https://calendly.com/enzamariasaladino/prenota-una-call-gratuita




